Sarà un fine settimana di trepidazione, questo, per l’ex deputato Luigi Vitali, che – come ormai noto – aspira a ricoprire un posto tra gli otto membri laici del Consiglio superiore della magistratura: nei nove scrutini di questa due giorni parlamentare, l’attuale coordinatore provinciale di Forza Italia e consigliere comunale di Francavilla Fontana non è riuscito a racimolare i voti che gli sarebbero stati utili a fare le valigie e, messa da parte l’attività politica, a traslocare a Roma. Causa le divergenze in seno al partito, ha ottenuto 451 preferenze tra quelle di deputati e senatori e dovrà quindi adesso attendere almeno fino a lunedì – salvo ulteriori imprevisti – per poter esultare.
Trepidazione non soltanto per il diretto interessato, che già mesi addietro aveva chiesto e ottenuto la cancellazione dall’albo degli avvocati nell’ottica di ricevere un prestigioso incarico che avrebbe comportato l’incompatibilità rispetto all’esercizio della professione. Sulle spine, oltre a Vitali, sponsorizzato nientemeno che dal ministro Maurizio Lupi di Nuovo Centrodestra, ma in odore di elezione in quota Forza Italia, c’è sicuramente l’ex vicesindaco di Francavilla Mimmo Bungaro, che nel caso di elezione di Vitali entrerebbe a far parte del Consiglio comunale in qualità di primo dei non eletti nelle fila del centrodestra durante le scorse amministrative dopo quasi due lustri di governo cittadino.
Non solo Vitali, Bungaro e i relativi amici e supporters, però, in preda all’ansia. C’è un intero partito, quello azzurro, per l’appunto, che nel caso di partenza dell’attuale rais dovrà necessariamente riorganizzarsi a livello provinciale. E a questo proposito un grande punto interrogativo costella il vessillo tricolore di Forza Italia: chi ne prenderà le redini? La corsa alla successione, sebbene al momento soltanto dietro le quinte, è già aperta e potrebbe automaticamente aprire scenari politici, nell’ottica soprattutto delle regionali del prossimo anno, finora inimmaginabili a causa della presenza ingombrante di Vitali.
Uno su tutti: il dialogo tra Fi e Ncd del vicecoordinatore pugliese Massimo Ferrarese. Chiaro è come non tutti, in provincia di Brindisi, facciano il tifo per l’elezione di Vitali e la copertura da parte sua di un incarico di tale prestigio. Ciò, vuoi per divergenze politiche – esterne e interne al partito – vuoi per la stessa storia politica, non universalmente apprezzata, dell’ex onorevole (rimasto al palo, per non essere stato cooptato tra i candidati forzisti nei listini bloccati per il Parlamento, in occasione delle elezioni politiche del 2013).
Il momento del risarcimento – morale e sostanziale, senza tener conto del vitalizio da ex deputato – per quello “smacco” sembra però essere giunto, come spesso accade ai politici di lungo corso. Ché la politica difficilmente si dimentica dei propri affiliati.
Eliseo Zanzarelli