Corruzione e appalti truccati al Comune di Francavilla: chiesto il processo per quattro. Fuori Ammaturo

castle-imperiali-francavilla-550x340Archiviazione per l’ex assessore Mimmo Ammaturo difeso dall’avvocato Luca Mangia, processo per gli altri quattro indagati. E’ quanto chiesto dal pubblico ministero Stefano Milto De Nozza al termine dell’indagine condotta dalla Procura di Brindisi su una serie di appalti gestiti dall’Ufficio tecnico del Comune di Francavilla Fontana nel 2010, “truccati” secondo l’accusa con tanto di mazzette. Il rinvio a giudizio è stato chiesto per l’ex presidente dell’Ordine degli architetti Fulgenzio Clavica (all’epoca capo dell’Utc), l’ingegnere Cosimo Delli Santi, il suo collaboratore Michele Vinci, la funzionaria del Comune Maria Daniela Camarda. Tutti gli imputati dovranno rispondere a vario titolo di corruzione, turbativa d’asta, abuso d’ufficio, falso in atto pubblico.

L'ingegnere Mimmo Ammaturo
L’ingegnere Mimmo Ammaturo

Al centro dell’inchiesta, un appalto per l’ammodernamento della rete idrica nella zona industriale e non solo. Lavori da milioni di euro, che secondo l’accusa sarebbero stati cuciti dagli indagati del Comune per calzare a pennello sulle spalle della società Promeed Enginering di Cosimo Delli Santi, e non sulle possibili concorrenti. O meglio, a cucire l’abito fu in gran segreto secondo la Procura lo stesso Delli Santi, cioè colui che poi avrebbe ottenuto l’appalto: Clavica ci mise su solo la firma, fingendo che a lavorarci fosse stato lui. In cambio? Un compenso di 32mila euro pagato dal Comune di Francavilla per un progetto che lui non aveva nemmeno redatto. Per quella vicenda, si ricorderà, i primi a finire agli arresti nel giugno scorso furono l’ingegnere Delli Santi e la funzionaria Maria Daniela Camarda. E fu proprio quest’ultima, in sede di interrogatorio di garanzia, a tirare in ballo davanti al giudice il capo dell’Utc Fulgenzio Clavica, arrestato pochi giorni dopo e confinato ai domiciliari. Ammaturo fu indagato a piede libero. Oggi la sua posizione viene stralciata via dall’inchiesta dallo stesso pm che lo aveva iscritto nel registro degli indagati: lui, insomma, non c’entra. Gli altri, almeno per la Procura, sì.

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