«Si è trattato soltanto di uno scherzo tra amici: nessun atto di bullismo, di nonnismo, omosessuale o quant’altro di nocivo per l’azienda». La replica alla notizia – definita come “infondata” – pubblicata da Lo Strillone qualche ora addietro, arriva dall’interno dello stabilimento Ilva di Taranto. Lo goliardata tra commensali, che sarebbe andata in scena qualche giorno fa durante la pausa pranzo, non avrebbe in alcun modo messo a rischio né la produttività dell’azienda – la pausa pranzo ognuno dei dipendenti, liberi da mansioni lavorative, se la gestisce come crede – né il buon nome della stessa né la sensibilità di alcuno, dato che tutto quanto si sarebbe verificato nell’ilarità condivisa dai presenti e senza, per l’appunto, che nessuno tra essi si offendesse.
Da parte degli operai, inoltre, non c’è alcuna rivendicazione, nessun gesto eclatante, ma soltanto la volontà di porre fine a un chiacchiericcio che, considerata la scarsa importanza dei fatti, è durato e si è propagato pure troppo. In sostanza – si apprende – per ovviare alla fatica e allo stress che un’intensa metà giornata presso il colosso siderurgico comporta, alcuni tra i dipendenti, tra un boccone e l’altro, si sarebbero divertiti a prendersi in giro come si usa tra persone che condividono ogni giorno esperienze di vita e di lavoro.
Del video strettamente privato realizzato – si ripete – durante una parentesi dei turni lavorativi, anch’esso per gioco, non c’è e non ci sarà alcuna traccia online. Nelle intenzioni delle persone coinvolte non c’era, insomma, in alcun modo quella di nuocere all’impresa né di porla in alcun modo in cattiva luce agli occhi dell’opinione pubblica. E, inoltre, omosessualità e scandali a luci rosse non c’entrano assolutamente nulla: si è trattato solo ed esclusivamente – si assicura – licenze all’ordine del giorno tra confidenti.
