Che il Torneo dei Rioni sia una manifestazione da custodire gelosamente, è risaputo. Che sia migliorabile sotto diversi aspetti, lo si sa un po’ meno. Si tratta di piccolezze, molto spesso, ma che possono fare la differenza, specie se messi a confronto con rievocazioni dove nulla è lasciato al caso o, peggio, al casaccio. Cose che, prestando un minimo di attenzione, saltano agli occhi: non ci si riferisce al caso eclatante ed estremo del figurante che – raccontano – a un certo punto, durante il Corteo, ha tirato fuori dalla calzamaglia il cellulare portandoselo con nonchalance all’orecchio – questo è il top del top – ma piuttosto a chi portava e controllava di tanto in tanto l’orologio, a chi ha abusato del gel per i capelli, a chi ha sfoggiato i tatuaggi (che ci potevano anche stare alla fine della sfilata nel gruppo degli arabi, ma nelle prime posizioni, quelle degli europei, proprio no perché semplicemente all’epoca non si usava) e, secondariamente, a chi ha sfilato tranquillamente indossando gli occhiali da vista (nel Medioevo esistevano, ma non somigliavano a quelli di oggi ed erano appannaggio quasi esclusivo dei dotti).
Vanessa di Castri, 22enne di Francavilla Fontana, si è posta questa domanda dopo aver osservato alcune dame: «Ma nel Medioevo esistevano già i capelli frisé?»
Al di là degli aspetti storici o, meglio, antistorici, lamentele sono giunte anche dagli spettatori. Roberto Greco, 37enne di Grottaglie, ha osservato: «Spiacevole non ci siano in giro bagni chimici e dover chiedere, in caso di necessità, la cortesia ai gestori dei bar, che sono piuttosto scocciati da questo fatto, specie se non si consuma nulla all’interno». Ed effettivamente, i pubblici esercenti si sono lamentati di questa situazione per loro poco gestibile. Ma diciamo, per sdrammatizzare, che almeno questo è in linea con la storia.
Insomma, la manifestazione è bella, apprezzata e anche invidiata; ogni anno attira centinaia e centinaia di turisti. Tuttavia, con qualche piccolo accorgimento in più potrebbe meglio avvicinarsi alla perfezione. C’è tempo perché questo avvenga, magari già cominciando dal prossimo anno…