Circa 500 manifestanti si sono radunati ieri sotto il palazzo della Regione di via Capruzzi, a Bari, per protestare contro la realizzazione dello scarico a mare tra località Specchiarica, marina di Manduria, e Urmo Belsito (agro di Avetrana). La condotta sotterranea, sbocco del depuratore a servizio dei comuni di Sava e della stessa Manduria, però, si farà. Questo l’esito dell’incontro di ieri tra i sindaci di Avetrana, Sava, Manduria ed Erchie e gli assessori regionali ad Ambiente, Agricoltura e Sanità. Lo scarico si farà, ma sarà in tabella 4, ossia meno inquinante di quanto si prevedesse e, inoltre, i reflui saranno impiegati in agricoltura mediante il convogliamento nei canali dell’Arneo. Le operazioni di carotaggio dei fondali, nel frattempo, sono state sospese fino a settembre, quando non ci saranno più disagi per i bagnanti. Le popolazioni locali chiedono a gran voce il blocco dell’opera, ma da Bari è stato specificato come ormai sia troppo tardi: l’appalto è già stato assegnato e tornare sui propri passi significherebbe andare incontro a contenzioso sicuro. Le uniche consolazioni derivano dal fatto che l’effettivo scarico a mare dovrebbe essere il più puro possibile e in ogni caso “sparato” a oltre 600 metri dalla costa. Secondo alcuni, l’esito dell’incontro è stato confortante; secondo la maggior parte dei manifestanti e degli addetti ai lavori, però, si è trattato di solo di strategie attendiste fondate sul “poi vedremo”. Una cosa sembra certa: lo scarico a mare, in un modo o nell’altro, si farà. Sava ha bisogno di uno sbocco per la fogna, Manduria ha necessità di mettersi a norma, stante la vetustà del vecchio depuratore, Avetrana subisce e basta, non dovendo fruire neppure del depuratore i cui impianti andranno a compromettere l’attrattività di Urmo Belsito, località rurale a due passi dalla costiera jonica.