Si è conclusa poco prima delle 18 – era cominciata alle 15,25 – l’audizione di sindaco e segretario generale del Comune di Oria al cospetto dell’Anac – Autorità nazionale anticorruzione – in piazza Augusto Imperatore a Roma: si è discusso in primis del la decisione, assunta dal primo cittadino, di revocare l’incarico del segretario sulla base di contestazioni cui quest’ultimo si è opposto punto per punto. Nei giorni scorsi, l’Anac aveva sospeso l’efficacia del provvedimento adottato da Cosimo Pomarico per ascoltare direttamente le arti in causa, quindi anche il dottor Antonio Missere.
Sia il primo che il secondo hanno quindi depositato le rispettive memorie a sostegno delle proprie tesi, memorie in cui – da angolazioni opposte – si parla degli ultimi accadimenti amministrativi a palazzo di città: dalla mancata adozione di un piano anticorruzione al licenziamento in tronco da parte del segretario della funzionaria Loredana D’Elia (per non aver, a dire di Missere, superato il periodo di prova), alla sospensione del dipendente comunale Leonzio Patisso, alle posizioni del comandante della polizia municipale Emilio Dell’Aquila e del responsabile dell’Ufficio tecnico Emanuele Orlando, al clima persecutorio e insostenibile lamentato tanto dal sindaco quanto dal segretario generale.
In particolare, Missere nella sua memoria ha indicato quali suoi persecutori tanto lo stesso Pomarico quanto Dell’Aquila, l’assessore Cosimo Assanti e il consigliere comunale di maggioranza Giancarlo Marinò.Quest’ultimo – sostiene il segretario – si sarebbe reso protagonista di minacce gravi nei suoi confronti a causa dell’impiego di personale dipendente a lui sgradito.
Dal canto suo, Pomarico ha rammentato come l’inerzia del segretario stia di fatto paralizzando la macchina amministrativa comunale e come ormai l’ambiente risenta del non poter contare su una figura fondamentale qual è quella all’apice della pianta organica.
Ora, acquisiti le deposizioni e gli atti, spetterà all’Anac attribuire torti e ragioni. Se ne parlerà però tra alcuni giorni, giusto il tempo che l’anticorruzione studi perbene il materiale a sua disposizione.
Al termine dell’audizione, tanto Pomarico quanto Missere sono sembrati ottimisti. Se la spunterà il primo, Missere dovrà fare le valigie. Se la spunta il secondo, Pomarico l’ha già detto nella conferenza stampa di due giorni fa: «Non cambia niente: continuiamo a lavorare come prima e come finora abbiamo sempre fatto».