Se non è guerra, perlomeno di nervi, poco ci manca, quella in corso tra l’amministrazione comunale di Oria e il segretario generale dell’ente.
«Questa faccenda non ha nulla a che vedere con la corruzione, ma si tratta di un’ipotesi grave di cattiva gestione amministrativa: qui non si parla, come a qualcuno piacerebbe far credere, di un segretario ostaggio del sindaco, semmai del contrario», è stata l’introduzione del monologo.
C’era l’intera giunta accanto al sindaco Cosimo Pomarico in occasione della conferenza stampa da questi convocata stamattina presso la biblioteca “De Pace – Lombardi”, ad appena due giorni dall’audizione, a Roma, dello stesso Pomarico e del dottor Antonio Missere al cospetto dell’Autorità nazionale anti corruzione (Anac). La scelta di convocare addirittura un incontro con gli organi d’informazione il primo cittadino la spiega in premessa: «La questione, a mio parere, non sarebbe neppure da raccontare, ma nostro obiettivo è quello di fare chiarezza di dare tranquillità ai cittadini: la giunta è compatta e, nonostante le obiettive difficoltà, sta portando avanti le attività programmate, con in primis: riqualificazione di parco Montalbano; museo presso palazzo Martini Carissimo; recupero del parco archeologico di via Erodoto; ristrutturazione e messa in sicurezza di diversi edifici scolastici».
«Si tratta soltanto di una disavventura amministrativa – ha proseguito il sindaco – di un conflitto di competenze tra sindaco e segretario che sta purtroppo provocando quasi la paralisi della macchina comunale: teniamo a precisare che il parere dell’Anac di sospendere la revoca del segretario è provvisoria e subordinata all’audizione che si terrà dopodomani (mercoledì 23 luglio 2014) durante la quale produrremo documentazione sufficiente a dimostrare come il segretario in tutto questo tempo sia venuto meno ai suoi doveri di ufficio, rendendosi responsabile di numerosi e gravi inadempienze costate al sottoscritto i richiami di: Corte dei conti, Presidenza del Consiglio dei ministri – dipartimento della funzione pubblica, Prefettura».
«A tutt’oggi, questo Comune non ha ancora presentato la relazione semestrale alla Corte dei conti, che è di stretta competenza del segretario generale: le contestazioni che ci hanno spinto a optare per la sua revoca da 17 oggi sono diventare 20, 21, 22, 23, non si contano nemmeno più, comprese anche le lettere intimidatorie indirizzate ai funzionari del Comune», ha poi detto Pomarico.
Sono parole dure, di duello ormai alla baionetta, quelle pronunciate all’indirizzo di Missere: «Noi non possiamo contare su di lui, non saluta, non sappiamo se è in servizio o meno, non fa sostanzialmente nulla, a parte passare il tempo a studiare e ad approfondire questioni di suo stretto interesse per cavarsi d’impiccio».
Sulla questione oneri di urbanizzazione in capo al comandante della polizia municipale: «Sono stato io stesso – ha detto il sindaco – a sollecitare, sulla base della documentazione allora in possesso del Comune, la corresponsione di quei 24mila euro, risalenti nientemeno che al 1997, all’ente da parte del comandante: quello che è successo dopo, con il Tar che ha dato ragione a Dell’Aquila, lo sappiamo ormai tutti».
Sui requisiti, oggetto di contestazione, dello stesso comandante dei vigili: «Quando ce ne sono state le condizioni – ha assicurato Pomarico – ho chiesto al segretario di attivare le procedure per l’assunzione tramite regolare concorso di un nuovo comandante e di almeno quattro vigili, specificando come, se non l’avesse fatto, ogni responsabilità per il degrado e l’insicurezza in cui la città versa, sarebbero state addossate su di lui: ma da parte sua nessuna reazione: è agli atti».
«È questo il motivo per il quale, prima di denunciare alla Presidenza del Consiglio dei ministri quest’amministrazione per presunto danno erariale rispetto al mantenimento in servizio di un comandante che sostiene occupare quel posto senza titoli, il segretario avrebbe fatto meglio a bandire il concorso pure richiestogli».
Sulla sospensione del dipendente comunale Leonzio Patisso, probabilmente la goccia che ha fatto traboccare il vaso e compromesso del tutto i rapporti tra amministrazione e dirigente, ha poi detto il sindaco: «Si tratta del caso di un dipendente di questo Comune che incita un cittadino ultra75enne, multato per abbandono dei rifiuti, a fare ricorso facendogli firmare dei fogli in bianco, come risulta da apposita e dettagliata denuncia presentata presso la stazione dei carabinieri: a seguito di regolare procedimento disciplinare, è stato sospeso: cosa c’entra l’amministrazione in tutto questo? Cosa c’entra l’amministrazione nel procedimento disciplinare avviato anche nei confronti dell’ingegnere Orlando a seguito di alcuni giorni di assenza ingiustificata regolarmente retribuiti?».
E ancora: «Qualcuno dice che la dottoressa Loredana D’Elia (licenziata in tronco da segretario generale per non aver superato il periodo di prova) non abbia assecondato le richieste del dottor Missere e sia stata quindi allontanata: siccome le contestazioni a lei mosse dal segretario non trovano riscontro nella realtà, dato che il Comune ha anche vinto dinanzi al giudice del lavoro la causa relativa alla condotta antisindacale relativa alla corresponsione del salario accessorio, mi sono assunto la responsabilità di mantenere in servizio la vicesegretaria, nonché responsabile unica dell’ufficio procedimenti disciplinari e del contenzioso».
I funzionari fuggono dal Comune di Oria: «L’ingegnere Lacorte se n’è andato, la dottoressa Di Pompo anche, l’ingegnere Orlando qualche mese fa mi ha inviato una lettera per dirmi che dal primo marzo se ne sarebbe andato (poi il contratto è diventato part time, la dottoressa Gobbi ha chiesto la mobilità (rifiutata) e lo stesso il dottor Zurlo: da qui se ne vogliono andare tutti perché il clima non è dei migliori, non è mai stato convocato un tavolo dei capi settore, pure richiesto, e i funzionari sono continuamente destinatari di missive intimidatorie nelle quali, tra le altre cose, li si accusa d’insubordinazione. Il risultato – ha detto sconsolato il sindaco – è che in questo clima tutti preferiscono evitare di assumersi responsabilità e la macchina amministrativa rischia la paralisi».
Sulle situazioni di “limbo”, con un dipendente sospeso che resta in servizio e una funzionaria licenziata che resta in servizio, il sindaco è poi rassegnato: «Su queste situazioni sarà il giudice ad attribuire le regioni e i torti».
È un muro contro muro, ormai, quello tra amministrazione – compatta – e segretario comunale, che stamattina non ha mancato di ribadire la propria posizione all’interno di un documento, pubblicato sul portale Web istituzionale, in netto contrasto su tutta la linea con gli orientamenti del sindaco e della giunta. Un documento nel quale Missere ha rammentato le motivazioni alla base del licenziamento della sua vice D’Elia, sottolineando come il sindaco – organo d’indirizzo – non possa sostituirsi a lui negli atti di gestione e come, nel farlo, abbia richiamato una normativa e un indirizzo giurisprudenziale, a suo dire, da tempo superati. La querelle finirà mercoledì prossimo dinanzi all’Anac, anche se Pomarico si dice tranquillo: «Comunque dovesse andare, per noi non cambia nulla: abbiamo sempre lavorato correttamente e nell’assoluta trasparenza e così continueremo a fare».
Solo al termine dell’incontro, sono intervenuti l’assessore Mariagrazia Iacovazzi, che ha specificato come, qualora i giudici dovessero dare ragione all’amministrazione, qualcuno dovrà poi pagare personalmente i danni materiali e d’immagine procurati all’ente e ai suoi rappresentanti, e il suo collega Mimmo Assanti, il quale ha ricordato come sia tornata in auge l’espressione “palazzo dei veleni”, che già contraddistingueva il municipio di Oria negli anni ’90:
«Si sta tornano al passato – ha detto Assanti – e non è un caso che anche oggi si parli di veleni: quello stesso bubbone sta nuovamente per scoppiare dopo la calma apparente degli anni passati, peraltro con gli stessi identici protagonisti».