Dopo che lo scorso 7 luglio la giunta comunale, con apposita delibera, aveva proposto al Consiglio la revoca della delibera con la quale l’amministrazione della Corte aveva individuato, in via Madonna delle Grazie e in via Oria, le zone nelle quali potranno sorgere le due nuove farmacie di Francavilla, la Regione ha scritto al sindaco rispedendo al mittente la proposta di modifiche della pianta organica delle 188 sedi farmaceutiche sbloccate dalle liberalizzazioni varate dal governo Monti. In sostanza, il dirigente dell’ufficio regionale competente sostiene che è ormai impossibile procedere a una qualsiasi variazione, poiché il primo febbraio 2013 la Regione ha bandito un concorso straordinario al quale hanno già partecipato gli interessati. Questi ultimi, nel caso di modifiche, potrebbero vedere lese le proprie legittime aspettative alle collocazioni già date per acquisite, dietro appunto indicazione dei Comuni, in quello stesso bando. Di più: la Regione chiede al Comune di revocare in autotutela la delibera numero 191 dello scorso 7 luglio al fine di scongiurare le vie legali, che potrebbero in caso contrario essere adite dalla Regione stessa.
Restano comunque in piedi le vicende giudiziarie che dall’affaire nuove farmacie sono scaturite: da una parte, il ricorso in sede di giustizia amministrativa proposto dai farmacisti Maria Teresa Bungaro e Francasco Cannalire, titolari di due rivendite in città, che si ritengono lesi nei rispettivi interessi legittimi dalla delibera numero 13 del 19 aprile 2012. L’udienza dinanzi al Consiglio di Stato è fissata per il prossimo 17 luglio.
Viaggia parallelamente anche il procedimento giudiziario penale, che vende imputati a vario titolo per abuso d’ufficio e falso l’ex sindaco Vincenzo della Corte, il presidente dell’Ordine dei farmacisti della provincia di Brindisi Gabriele Rampino e tutti quei consiglieri comunali, compresi il senatore in carica Pietro Iurlaro e l’ex deputato Luigi Vitali, che, quel 19 aprile di due anni fa, hanno votato a favore della deliberazione di modifica della pianta organica delle farmacie. Tutti – secondo la tesi dell’accusa – avrebbero agito per favorire gli interessi di Rampino, titolare della farmacia più vicina al popoloso quartiere San Lorenzo, dove secondo le opposizioni dell’epoca sarebbe stato meglio sorgesse una delle due sedi farmaceutiche.