Due anni e quattro mesi più eventuale risarcimento danni e pagamento delle spese processuali. Questa la pesante condanna pronunciata dal giudice Vittorio Testi del Tribunale di Brindisi nei confronti dell’ex consigliere comunale del Popolo della Libertà a Francavilla, Benedetto Proto, che il 24 agosto 2010 si rese protagonista di un episodio poi finito a processo: dopo aver detto di essere stato minacciato con un coltello da un mendicante nigeriano, che si trovava in via Immacolata di fronte a una panetteria, l’allora consigliere chiamò i vigili urbani e fece arrestare il 24enne (oggi di anni ne ha 28) Friday Osas per resistenza a pubblico ufficiale, minaccia a mano armata, porto illegittimo di armi, rifiuto di fornire le generalità, lesioni personali aggravate.
Una volta che Proto gli aveva intimato di allontanarsi e di non disturbare i passanti, Osas era entrato nell’esercizio commerciale per cambiare le monetine ricevute in elemosina: all’uscita, però, aveva trovato ad attenderlo gli uomini della polizia municipale. Istintivamente, il nigeriano prese a fuggire salvo essere poi bloccato quasi un chilometro più in là: uno degli agenti finì in pronto soccorso a seguito della colluttazione ingaggiata con il fuggitivo e nella denuncia confluì anche il suo referto ospedaliero, oltre alla testimonianza del consigliere che riferì di essere stato minacciato dal clochard con un coltello. Arma del presunto delitto, questa, che però non si è mai trovata.
Osas venne quindi arrestato e in carcere, a Brindisi, rimase nove giorni prima essere assolto dal giudice del Tribunale di Brindisi Stefania De Angelis. Ad assisterlo, l’avvocato Giulio Marchetti, mentre a suo favore testimoniò la titolare della panetteria Alessandra Latartara (che oggi siede in Consiglio comunale nelle fila del Pd), la quale assicurò di aver assistito a tutta la scena e come il rifugiato africano fosse disarmato. In quell’occasione, il pubblico ministero Beppe De Nozza porse le sue scuse al nigeriano e trasmise gli atti alla Procura per accertare la posizione di Proto, difeso dall’avvocato Antonio Andrisano.
Ne seguì il rinvio a giudizio per calunnia e falso e, lo scorso 1 luglio 2014, l’ex consigliere comunale è stato condannato per il primo reato e assolto per il secondo. Proto, ex poliziotto, che nel frattempo si è allontanato completamente dalla politica, dopo esse stato a suo dire “scaricato” dai colleghi di partito una volta dimessosi, non l’ha presa per niente bene e parla di ingiustizia nei suoi confronti, di un processo mediatico e anche politico: «Rispetto ovviamente la decisione del giudice di primo grado – dichiara – perché ero un uomo dello Stato e mi sento ancora, ma credo che il giudizio della Corte d’appello potrà essere molto diverso e scevro da condizionamenti mediatici e politici a differenza di quello in provincia di Brindisi: si ricomincia da capo e spero di poter veramente dimostrare la mia innocenza. Certo, se potessi tornare indietro, non farei la stessa cosa, ma credo che la gravità di questa vicenda sia stata ingigantita e preciso che nei miei confronti non è stata mossa alcuna contestazione di razzismo. In più, se potessi tornare indietro, non mi dimetterei affatto da consigliere comunale: devo aspettare ancora un po’, poi potrò togliermi più di un sassolino dalle scarpe».
Poco prima che succedesse quel fatto, Proto aveva portato in Consiglio comunale una delibera sull’istituzione delle ronde a Francavilla, un altro fatto che aveva destato non poche polemiche: «C’era la possibilità di adottare quel provvedimento, grazie al governo di allora – dice ancora Proto – e io presentai la proposta in Consiglio e al prefetto, che approvarono. Stop: era solo un’idea per arginare il clima d’illegalità che in quel periodo, come si ricorderà, a Francavilla era piuttosto diffuso. Poi non se n’è fatto nulla, ma fu la maggioranza consiliare a dare l’ok, mica soltanto il consigliere Proto».