Non si trattò di rissa, ma di semplici lesioni lievissime: sono stati tutti prosciolti in appello i cinque imputati di Francavilla che, nel 2007, furono accusati di aver dato luogo a una rissa nel centro della città insieme con altri due coetanei, imputati a propria volta, di Monteiasi, in provincia di Taranto. Questi ultimi due, già prosciolti in primo grado, in quell’occasione avevano riportato ferite giudicate dai sanitari guaribili in otto e sette giorni.
Il quintetto francavillese – formato dal 25enne Giovanni Nardelli, dal 28enne Alessandro Leuzzi, dal 26enne Giovanni Andriulo, dal 25enne Alfonso Ciracì e dal 40enne Nicola Maggiore – era stato condannato dal Tribunale di Brindisi a un anno e quattro mesi di reclusione, senza sospensione condizionale della pena, mentre erano stati assolti Cosimo Piccirillo, di 38 anni, e Francesco Boi, di 33, tutt’e due di Monteiasi.
La Corte d’appello di Lecce, presieduta dal giudice Vincenzo Scardia (a latere Francesco Aliffi e Carlo Errico) ha invece accolto le tesi difensive degli avvocati dei francavillesi – Domenico Attanasi, Michele Fino, Angela De Cristofaro, Alfonso Tatarano, Carlo Tatarano e Daniela D’Amuri – e riqualificato in reato dal più grave “rissa” in “lesioni personali lievissime”. La sentenza è quindi stata di non luogo a precedere per assenza di una condizione di procedibilità: la querela di parte.
I fatti finiti a processo risalgono alla mezzanotte del 18 novembre 2007, quando i sette furono sorpresi a darsele di santa ragione in viale Lilla: secondo la ricostruzione dei carabinieri, da una parte c’erano i cinque francavillesi, dall’altra i monteiasini.
La pronuncia della Corte d’appello di Lecce – fanno sapere i legali – pone fine a una vicenda, anche giudiziaria, che ha inevitabilmente segnato la vita dei cinque, soprattutto in considerazione della severa condanna inflitta loro in prima istanza.