Vigili del fuoco e guardia costiera hanno trovato il suo corpo, zavorrato dai pesi, sul fondo del mare più o meno nello stesso punto in cui, con un amico fraterno, ieri pomeriggio si era immerso: Massimiliano Memmola, 33enne di Oria, militare dell’Esercito di stanza a Udine e sub esperto, non ce l’ha fatta. Sarà l’autopsia a stabilire le cause del decesso – probabile un malore improvviso – ma intanto un’intera comunità piange la perdita di un giovane molto conosciuto e apprezzato per le sue qualità umane.
Massimiliano, come spesso faceva quand’era libero da impegni lavorativi, si era immerso nel primo pomeriggio di ieri insieme con l’amico di sempre, Emanuele De Stefano, in un punto a loro ben noto al largo di Cerano, località Torre Mattarelle, a Brindisi.
L’appuntamento sarebbe stato sul gommone, come sempre, quando la coppia di amici per la pelle – patiti dell’apnea ed espertissimi in questo sport – avrebbe confrontato il pescato e si sarebbe presa reciprocamente in giro. Solo che, intorno alle 20 di ieri, sul gommone ci è tornato soltanto De Stefano: di Memmola nessuna traccia. Una breve ricerca nei dintorni, poi l’allarme alle autorità marine. I sommozzatori del pompieri e gli uomini della Capitaneria di porto si sono dati un gran da fare, perlustrando lo specchio d’acqua indicato dal compagno di Memmola in lungo e in largo fino a notte inoltrata, nonostante le condizioni del mare, divenute proibitive, non lasciassero presagire alcunché di buono.
Il tragico ritrovamento questa mattina, poco dopo la ripresa delle attività: Massimiliano giaceva a una profondità di circa dieci metri, tenuto giù dai pesi coi quali i sub s’immergono per restare più a lungo in apnea. Ora resta da capire come sia potuto succedere, se qualcosa sia andato storto, se Massimiliano abbia accusato un malore.
Una battuta di pesca si è trasformata in tragedia e Oria tutta piange il suo giovane figlio inghiottito dal mare, quel mare che amava così tanto da sognare, un giorno, di poterne fare una ragione di vita.