Torre S.S., uno spettacolo su Impastato per festeggiare i vent’anni di Emergency

"Aut. Il sogno di Peppino"

"Aut. Il sogno di Peppino"

Vent’anni sono tanti, specie se passati in prima linea, nelle zone di guerra e di emergenza, a dare soccorso a chi ne ha bisogno. Emergency compie vent’anni proprio in questi giorni e il Gruppo territoriale della provincia di Brindisi, assieme all’associazione di volontariato Adelante, festeggia la ricorrenza con tre diversi appuntamenti (leggi qui il programma completo). Il primo domani sera, a partire dalle 20,30, nel suggestivo scorcio della corte Tenente Maci, lungo via Leanza: in scena lo spettacolo “Aut. Il sogno di Peppino”. Con la regia di Giulio Bufo e le musiche di Federico Ancona, nella corte si rappresenterà la vita di Peppino Impastato e il suo impegno nella lotta alla mafia e agli ideali mafiosi, la vivacità intellettuale e il suo coraggio.

«Facciamo finta che tutto va bene», è il tormentone dello spettacolo, realizzato e interpretato da Bufo che, dopo il successo di «E se mi diranno… Tenco, una storia di 40 anni fa», ha portato in scena un altro personaggio italiano dalla profonda caratura politica, sociale e militante: il giovane siciliano ucciso dalla mafia nel 1978. Con alcune pennellate di ironia, Bufo dipinge la rappresentazione, coinvolgendo anche il pubblico.: straordinaria, ad esempio, la rappresentazione della “vecchia” – la moglie di Cesare Manzella, zio di Peppino, ucciso con una Giulietta al tritolo nel 1963 – emblema di una mafia in sintonia con il potere politico e religioso, con le sue ipocrisie e perbenismi, pronta a tingere di rosso non solo la Sicilia, ma tutta l’Italia. Un flashback che, dall’infanzia (la morte dello zio e la figura del padre) fino alla militanza politica e alla creazione di Radio Aut, è segnato dalla frase «Amore non ne avremo». Sarà la radio la soluzione al «che fare?» e «come fare?» di Impastato. Così la scenografia prende forma e i “pezzi”, che sembrano sporcare il palcoscenico (in realtà, la posizione di ogni oggetto ha un suo significato scenico e concettuale, come in una grande scacchiera), si trasformano in una radio. È la seconda parte dello spettacolo, vissuta nel semibuio, quasi Bufo invitasse lo spettatore alla meditazione interiore (le quattro candele accese conferiscono intimità e profondità alle riflessioni di Bufo). È la radio la protagonista, perché «l’informazione crea coscienza», aiuta a non dimenticare, permette di «difendersi dal potere politico, mafioso e religioso». Accanto a Bufo, il musicista Federico Ancona (nel personaggio di Fischietto), direttore artistico dello spazio sociale occupato Le Macerie – Baracche ribelli di Molfetta (sala prove), maestro di pianoforte, flauto e composizione pop-rock.

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