Il 20 giugno si è celebrata in tutto il mondo la “Giornata del rifugiato”, istituita nel 2000 come occasione per ricordare la condizione di milioni di persone che, in tutti i continenti, sono costrette a fuggire dai loro Paesi e dalle loro case a causa di persecuzioni, torture, violazioni di diritti umani, conflitti.
Anche a Torre viene ricordata la ricorrenza con una tavola rotonda sul tema “Diritto d’asilo. Nella mia città accoglienza per i rifugiati”, prevista per lunedì mattina alle 10,30, nella sala consiliare di via Giotto. Al dibattito interverranno alcuni referenti dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, la dottoressa Lisa Bjelogrlic di Save the Children e la dottoressa Valentina Begaj, assistente sociale dell’associazione “Cittadini del mondo”, esperta in immigrazione. L’occasione servirà anche a illustrare i servizi offerti dai due progetti di “Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati” presenti sul territorio torrese.
Successivamente, dalle 16, sul piazzale antistante il palazzetto dello sport si terrà il “Fiffa inda Sprar”, un torneo di calcetto tra squadre di tre giocatori composte dai richiedenti asilo e rifugiati nella provincia di Brindisi e loro coetanei italiani.
Lo Sprar, composto dalla rete dagli enti locali che, con il prezioso contributo delle realtà del terzo settore, realizzano interventi di accoglienza per quanti arrivano nel nostro Paese in cerca di protezione internazionale, è attivo in Italia dal 2001. A Torre Santa Susanna il progetto territoriale di accoglienza è attivo dal 1° febbraio scorso e si occupa di dare accoglienza a due tipologie di beneficiari: i minori stranieri non accompagnati e gli uomini singoli richiedenti o titolari di protezione internazionale. I due progetti sono realizzati dal Comune insieme a due cooperative sociali, rispettivamente “Alveando” e “Il Melograno”.
Il dibattito sarà arricchito dalle testimonianze di persone accolte dalle due strutture torresi e di alcuni attori locali che collaborano con loro a dei progetti.
«Il Melograno – spiega Irene Milone, legale rappresentante dell’ente gestore – mette a disposizione 15 posti di accoglienza, più 6 posti aggiuntivi, destinati ad altrettanti uomini singoli richiedenti o titolari di protezione internazionale che sono stati costretti ad abbandonare la loro patria e le loro famiglie a causa di persecuzioni, torture, violazioni di diritti umani o conflitti».
Alveando, già ente gestore dallo scorso gennaio 2013 della comunità per minori “Teranga”, mette invece a disposizione dello Sprar 10 posti di accoglienza, destinati ad altrettanti minori stranieri non accompagnati richiedenti o titolari di protezione internazionale. I minori stranieri non accompagnati sono quei minori stranieri che si trovano in Italia privi di assistenza e rappresentanza da parte dei genitori o di altri adulti per loro legalmente responsabili. «Già nello scorso anno – afferma Anna Rosa Tamburrano, legale rappresentante dell’ente gestore della coop Alveando – a Torre è stata garantita accoglienza a 23 minori stranieri non accompagnati provenienti da Afghanistan, Iraq, Bangladesh, Pakistan ed Egitto, con servizi di formazione scolastica, assistenza socio-sanitaria, orientamento ai servizi del territorio, informazione e accompagnamento verso la riconquista di un’autonomia perduta e con l’obiettivo di rinforzare le opportunità di integrazione dei minori».
«L’accoglienza di minori richiedenti asilo e rifugiati nella nostra città è uno strumento per esprimere la nostra solidarietà a tutti quei ragazzi che sono stati costretti a lasciare precocemente il loro Paese, le loro famiglie, i loro studi– dichiara Ada Arena, responsabile del settore Politiche sociali del Comune – Accogliere i migranti, siano essi minori o adulti, ci offre, al tempo stesso, un’opportunità per ribadire la centralità dei diritti umani, nonché un’occasione di sviluppo, arricchimento e crescita per la nostra comunità cittadina».
Una giornata per due appuntamenti importanti di incontro tra la cittadinanza e i rifugiati che Torre accoglie: essere presenti vuol dire fare un passo in avanti verso l’integrazione e la solidarietà.
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