Domenica 01 giugno alle ore 19.30 nella sala espositiva della Casaccia, in via Municipio, 43, a Francavilla Fontana, si è inaugurata la mostra personale di pittura “L’anima dei Luoghi” dell’artista pugliese Pietro Marinò.
Le opere di raffinata eleganza di Piero Marinò denotano un rapporto vincolante con la sua terra per intendere e definire, con la pittura, un intreccio dialettico col paesaggio, la sua bellezza, il suo ordine naturale. Egli cerca di rivelarci, mediante l’uso dell’immaginazione e della fantasia, ciò che non appare o sappiamo di non conoscere fino in fondo in quanto incapaci di includere nel nostro quotidiano andirivieni quei modi di percepire nel riflesso della natura la nostra esistenza.
Pittore pugliese contemporaneo – vive stabilmente a Martina Franca – Piero Marinò ritiene ancora possibile cercare con l’arte qualcosa di più sulla bellezza e ri-crea immagini che contribuiscono a suscitare con una differente prospettiva riconducibile alla realtà, percorrendo le vie dell’arte figurativa fedele ad una passione animata dallo studio geomorfico delle gravine e delle pietraie, con ampi sguardi sulla civiltà contadina, un mondo in trasformazione e, con una sistematica e teoretica documentazione tra etica ed estetica, racconta il volto del territorio.
Un lavoro che si attua attraverso la pittura, riesce ad estendere e forse a dare differenti esaustive risposte capaci di svegliare emozioni e sentimenti, come solo e soltanto l’arte riesce ad offrire.
E’ proprio nella dualità culturale che si ritrovano insospettati incroci e, il linguaggio pittorico spinto in una direzione personale, si presta ad indicare l’originalità con cui viene affrontata in materie e forma-colore una rappresentazione visiva animata dal desiderio di essere percepita, sia come utile messaggio “ecologista”, sia ad assecondare logiche tutte interne al quadro. Nello stesso tempo il lavoro dell’artista, semplice e infinitamente complesso, pone davanti a noi analogie Visive con le profonde e tenebrose gravine della murgia tarantina e in ciò assume valore esclusivo l’aspra e affascinante superficie pittorica, su cui l’autore distende una quantità di pigmenti lirici con l’intento di formalizzare ciò che si osserva e si recepisce immaginando di abbracciare con lo sguardo, daunpicco, la rupe e le sue asperità.
E allora in questi dipinti, così come vengono rappresentati in “eccessi” materici, tra toni intensi e bicromatici rilievi terrigni, va poi a concentrarsi, riguardati nel rugoso calcare, il verde intenso della macchia mediterranea su esiti ed effetti che richiamano il Realismo Magico, di morlottiana memoria.
In questa visione stilistica il genius loci stratifica ulteriori significati e lui, l’autore, seguendo il ritmo del suo sentire da scrutatore inesorabile, pone decisamente in essere, nell’intensità mimetica, la forza impressiva dei siti rupestri, invalicabili gravine. Ispirato dall’aura della storia antica, Piero Marinò, mediante i riferimenti filologici con i disegni, le fotografie, i documenti video “mette in scena” in ogni nuova mostra un percorso che viaggia parallelo e nel linguaggio pittorico forse ancor meglio si recepisce, ampliato sino all’immaginario, idealmente nell’aura della poesia esibita nel modo lieve dell’anima e in perfetto stile novecentesco, la “bella pittura”.
Di fronte al bisogno continuo di arte nel rapporto tra natura e cultura che investe la fomia stessa delle opere, si percepiscono incroci con l’archeologia e Petnologia e, tanto nei testi scritti quanto nella pittura non manca uno slittamento di senso e almeno in una parte della sua produzione in cui prevale l’elemento morfo-pittorico, si ravvisa una poetica maniera di vedere e reinventare il paesaggio, e non soltanto con le innegabili doti di pittore ma a ciò che aspira, percepite in se stesse, le leggi della fantasia. Riportando sulle tele “il bello naturale” Piero Marinò concorre a definire, rovesciato nel linguaggio pittorico e con rara duttilità stilistica, il suo ideale e reale habitat e, sotto il profilo estetico, rende possibile una equivalente, affettiva fruizione.
La mostra resterà aperta al pubblico sino al 13 giugno e sarà visitabile dal lunedì al sabato dalle ore 17.30 alle 20.30, mentre la domenica dalle 10.30 alle 12.30. Come sempre ingresso gratuito.