In principio erano i premi molto generosamente elargiti ai dirigenti, adesso però emerge che non solo in cima alla piramide dell’organigramma comunale negli anni passati sarebbero state commesse irregolarità. La relazione stilata dagli ispettori del Ministero dell’Economia e delle Finanze, che hanno concentrato le attenzioni sul periodo 2001-2009, è impietosa e riferisce di assunzioni, incarichi e consulenze quantomeno dubbi. Da una parte, il ricorso a prestazioni di lavoro a tempo determinato irrispettose dei “limiti temporali” consentiti dalla normativa e in maniera difforme per quanto attiene alle mansioni; dall’altra, la mancata selezione dei consulenti e l’omessa comunicazione semestrale – obbligatoria – al Dipartimento statale della Funzione pubblica, oltre a compensi indicati come discrezionali ed esosi.
Un quadretto piuttosto grave, quello seguito alla verifica amministrativa e contabile effettuata il 7 maggio 2009, che il commissario straordinario del Comune, Mariarita Iaculli, ha trasmesso pari pari alla Procure regionale e nazionale presso la Corte dei conti, oltre che alla presidenza del Consiglio dei ministri, a ché siano adottati i provvedimenti del caso. Di più: la dottoressa Iaculli ha dato incarico ai dirigenti per il recupero delle somme erroneamente o indebitamente erogate per le prestazioni contestate dall’organo ispettivo ministeriale. L’ipotesi, infatti, è quella di un danno erariale – in alcuni punti della relazione si attribuiscono specifiche responsabilità ai dirigenti – che resta ancora da quantificare nella sua esattezza.
Scendendo maggiormente nei dettagli, sotto la lente d’ingrandimento sono finiti alcuni lavoratori assunti ad libitum in quegli anni per “garantire la continuità scolastica”, l’ufficio di staff del sindaco e, per l’appunto, gli incarichi affidati a professionisti poi pagati sulla base di compensi calcolati in maniera “forfettaria e discrezionale” anche per progetti relativi alla realizzazione di opere e servizi poi mai andati in porto. Violazioni sarebbero state inoltre riscontrate in riferimento alla cosiddetta progressione verticale dei dipendenti, che tradotto corrisponde a scatti di carriera e quindi anche di stipendio non proprio dovuti o, perlomeno, tutt’altro che cristallini.
Chi la spunterà tra i cinque sfidanti candidati a succedere a Vincenzo della Corte alla guida di palazzo Imperiali, dovrà occuparsi anche di questo e potrebbe trovarsi a dover amministrare facendo i conti con le eventuali sanzioni che ora magistratura e Stato decideranno di comminare per le presunte irregolarità all’inadempiente Comune di Francavilla, sempre più nel mirino.