Sette punti sette – tutti delicatissimi – introdotti dal presidente del Consorzio imprese riunite di Francavilla, Dino Bianco, quelli sottoposti ieri sera all’attenzione dei cinque candidati sindaco, ritrovatisi nella sala conferenza di Nuovarredo. Sette punti per sette posizioni diverse per l’ennesimo tentativo degli imprenditori francavillesi di ottenere finalmente ciò che meritano: servizi per poter lavorare e produrre in tranquillità.
Nonostante le voci della vigilia, che riferivano di qualche possibile diserzione, gli aspiranti primo cittadino erano tutti presenti: Domenico Attanasi (Idea per Francavilla, Nuovo Centrodestra, Progetto per l’Italia, Udc), Maurizio Bruno (Partito democratico, Sinistra ecologia libertà, Rifondazione comunista, Noi ci siamo), Maria Caniglia (Movimento 5 Stelle), Michele Iaia (Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale), Antonio Sgura (Collaborariamo per la città, Forza Italia, la Puglia prima di tutto, Lista Schittulli).
Non si è trattato di un dibattito, ma di un incontro volutamente pacato utile a far capire ai padroni di casa – i titolari delle imprese consorziate – cosa potrebbe attenderli in futuro e a far testare loro il grado di coinvolgimento e interesse delle parti politiche in gioco.
Dopo i saluti del patron di Nuovarredo, Antonio Magrì, Bianco ha esposto le tematiche sulle quali avrebbero dovuto esporsi, uno ad uno, i cinque:
– Completamento delle rete idrica e fognante: le opere esistono, ma non essendo state collaudate, non è possibile effettuare gli allacci;
– Connessione alla banda ultralarga: Francavilla al momento è fuori dai progetti e dai relativi finanziamenti;
– Espropri dei terreni in zona Pip: i proprietari, quando decidono di vendere, ci speculano e per gli imprenditori l’investimento diventa troppo oneroso; espropriandoli, invece, i prezzi ne uscirebbero calmierati;
– Tassazione locale eccessiva: i capannoni di grosse dimensioni sono vessati dalla fiscalità comunale e, anche per questo, non riescono né a investire né a fare nuove assunzioni;
– Sicurezza: mancano illuminazione – limitata solo ad alcune aree – e sorveglianza fisica e mediante telecamere, così le imprese diventano facile preda di rapinatori, ladri, piromani e vandali, specie nottetempo;
– Aree attrezzate a servizi di pubblica utilità: parcheggi per i camion e per i dipendenti, spazi verdi, asili nido, punti ristoro, ecc.
– Sportello comunale dedicato alle imprese: per evitare file e lungaggini burocratiche cui oggi, spesso, gli imprenditori devono sottostare quando interagiscono con la pubblica amministrazione;
– Impianto di compostaggio: il commissario prefettizio, Mariarita Iaculli, aveva indicato – salvo poi revocare l’atto dopo aver ascoltato i politici – la zona industriale quale location per l’impianto francavillese con la previsione eventuale anche di produzione di biogas.
In teoria, i candidati avrebbero dovuto rispondere sinteticamente punto per punto; in pratica, invece, molto spesso sono andati fuori traccia. Tanto che è pressoché impossibile riassumere il loro specifico pensiero, ad esempio, sul primo punto, quello riguardante le reti idriche e fognanti. All’esordio, ieri sera, i cinque aspiranti primo cittadino si sono infatti lanciati in una serie generica di idee per il rilancio della zona industriale. In particolare:
Attanasi, dopo aver sottolineato come la disoccupazione a Francavilla abbia raggiunto il poco ragguardevole dato del 29 per cento, ha indicato l’approvazione del Pug quale chiave di volta per la ripresa dell’intera economia francavillese, e non già soltanto del comparto edile e del suo indotto, oltre all’intercettazione dei finanziamenti nazionali e comunitari poiché attualmente Francavilla occupa il 141esimo posto in Italia in quanto a capacità di attrarre risorse sul territorio;
Bruno si è invece concentrato sul coinvolgimento del territorio, puntando il dito contro l’impianto di compostaggio e assicurando di voler avviare, in caso di elezione, un tavolo di confronto con gli imprenditori, che devono fare gli imprenditori e non i politici, tenendosi quindi lontani dagli interessi prettamente politici;
Caniglia, dopo aver ricordato i suoi trascorsi in zona industriale, da dipendente del Centro Casalinghi, ha assicurato di conoscere bene i problemi della zona Pip – «Quando saltano i servizi è pressoché impossibile lavorare» – e d’intendere risolverli a patto di trovare coperture nelle pieghe del bilancio comunale. Due i metodi proposti dai 5 Stelle: devolvere, in caso di elezione, metà indennità alle piccole e medie imprese della zona Pip, da destinare a nuove assunzioni di personale francavillese; istituire una strategic commission formata di tecnici lontani dalla politica in grado di affiancare e supportare e ascoltare gli imprenditori del posto anche al fine di attingere ai fondi strutturali europei;
Iaia ha esordito col dire che prima è necessario cosa è accaduto in passato e perché, dato che Francavilla è naturalmente vocata verso industria e commercio, eppure i suoi imprenditori affrontano quotidianamente innumerevoli difficoltà. Per il candidato di Fdi-An è quindi necessario ripristinare il rapporto tra politica, amministrazione e imprese, un rapporto che finora è stato drogato da politiche miopi e interessati che hanno prodotto uno sviluppo prossimo allo zero. Niente più tutela di interessi particolari, ma solo di quello generale, anche in fase di approvazione del Pug;
Sgura si è soffermato sui meriti delle precedenti amministrazioni di centrodestra (4 milioni e mezzo di finanziamenti convogliati a Francavilla nel recente passato, altri comuni limitrofi invece nulla) per poi dire che le opere in sospeso vanno completate realizzando pochi punti concreti che ha inserito nel suo programma elettorale, soluzioni che prescindono da idee solo eventuali come quelle che mirano all’Europa
Espropri
Bruno: le responsabilità di chi ha gestito la città negli ultimi 25 anni ci sono tutte; noi prevediamo l’assegnazione di piccoli lotti a piccoli artigiani che possano quindi trasferire in zona Pip le loro botteghe del centro a condizioni vantaggiose. Necessario puntare tutto sulla zona Pip e non su quella Asi (in via San Vito), che è stata dichiarata a forte rischio idrogeologico;
Caniglia: doveroso implementare la zona Pip e non quella Asi, favorendo l’insediamento di nuove imprese salvo verificare la possibilità degli espropri a seguito di un’attenta analisi dei conti comunali;
Iaia: le procedure espropriative sono quelle e vanno e rispettate, si possono eventualmente individuare criteri di rotazione in zona industriale abbassando i costi per i proprietari dei capannoni mediante una fiscalità locale di maggior favore. Questo favorirebbe l’acquisto degli altri terreni anche in assenza di espropri;
Sgura: una fiscalità più lieve per le imprese che assumono, anche per favorire l’acquisto di nuovi lotti;
Attanasi: pensiamo a espropri gaduali e progressivi compatibili con le pieghe e le maglie del bilancio comunale.
Fiscalità
Caniglia: una maggiore trasparenza e un maggiore coinvolgimento delle aziende, cui intendiamo destinare agevolazioni dopo un attento studio delle possibilità di bilancio;
Iaia: il bilancio è la cosa più politica che esista, nostra intenzione è saper spendere per la comunità con intelligenza e previe programmazione e progettualità anche al fine di favorire la presenza delle imprese locali nel mercato e perché quelle esistenti possano sopportare la concorrenza;
Sgura: abbiamo pensato ad agevolazioni per i nuovi insediamenti produttivi, che potrebbero constare di un’esenzione fiscale parziale per 2-3 anni solo a patto che assumano nuova manodopera, possibilmente locale;
Attanasi: il 23 aprile è scaduto il bando regionale per l’istituzione di zone franche urbane e, tanto per cambiare, Francavilla non vi figura; è paradossale che in zona industriale le imprese paghino due volte i rifiuti: una per smaltirli in proprio, l’altra corrispondendo la Tares al Comune. Per questo è quanto mai necessario dare fiato e ossigeno, mediante una fiscalità di vantaggio, ma sostenibile, alle imprese locali;
Bruno: una seria programmazione che ci consenta di istituire due aree franche, una delle quali dovrebbe necessariamente riguardare il centro storico, dove ci piacerebbe non sorgessero solo bar e attività di ristorazione, ma anche botteghe artigiane. I soldi del bilancio devono essere destinati a chi soffre;
Sicurezza
Iaia: telecamere, ma anche antincendio: non è pensabile che debbano essere i punti idrici di alcuni imprenditori ad alimentare le autobotti dei vigili del fuoco quando, purtroppo spesso, quest’area è attanagliata da incendi. La sicurezza prevede anche la realizzazione di un punto acqua pubblico;
Sgura: previa accettazione del personale, faremo in modo che i vigili presidino l’area coordinandosi con le forze dell’ordine e gli istituti di vigilanza. Un’altra idea sarebbe quella di creare dei varchi d’accesso delimitati da una sbarra e magari sorvegliati;
Attanasi: per la sicurezza sono stati stanziati 49 milioni di euro, ma ovviamente a Francavilla non è arrivato nulla di tutto ciò a causa di un annoso deficit di programmazione: a nostro avviso, anche gli interventi nell’ambito della sicurezza vanno programmati e non imrpovvisati;
Bruno: istituiremo l’Ufficio Europa per accedere ai fondi comunitari e incontreremo almeno una volta al mese gli imprenditori per parlare dei problemi e studiare soluzioni comuni, anche per quanto concerne la sicurezza;
Caniglia: nostra intenzione è quella di aprire un ufficio tecnico ad hoc incaricato di redigere progetti a medio-lungo termine dialogando con cittadini e imprenditori al fine di accedere ai finanziamenti in maniera più certa e spedita pure, come in questo caso, per quanto concerne l’aspetto sicurezza.
Aree attrezzate a servizi
Sgura: siamo favorevoli alla realizzazione di parcheggi e aree attrezzate a servizi di pubblica utilità, ma crediamo che sia necessaria la sinergia tra pubblico e privati, disposti a investire capitali propri anche in prospettiva di avere un ritorno futuro. Ricordo comunque come la precedente amministrazione abbia speso 600mila euro per l’infrastrutturazione – da completare – della zona Pip;
Attanasi: il nostro sogno si chiama project financing, cioè pubblico e privato che collaborano per realizzare opere destinate a tutti. L’altra soluzione si chiama Europa: programmare per accedere ai fondi;
Bruno: non ci sono molti soldi per realizzare questo tipo di interventi, purtroppo, quindi le strade non possono essere che due: coinvolgere i privati e accedere ai finanziamenti;
Caniglia: sì alla compartecipazione pubblico-privato, anche se oggi gli imprenditori oggi hanno già difficoltà importanti ad andare avanti e ad assumere: non vedo come potrebbero sobbarcarsi anche l’onere di realizzare infrastrutture per conto del Comune. A meno che, per l’appunto, non siano disposti a rischiare e a investire nell’ottica di un ritorno futuro;
Iaia: credo che anche alla realizzazione di opere del genere, evitando ragionamenti a compartimenti stagni tra i vari rami amministrativi, potrebbero essere destinate le risorse dell’Ambito sociale, che sono cospicue e spesso vengono spese malissimo. Inoltre, bisogna fare pressione sulle banche locali affinché siano meno distanti dal lavoro e dai lavoratori;
Compostaggio
Attanasi: il nostro è stato un “no” fermo e convinto per due ragioni, una di procedura, l’altra di merito: un atto del genere, innanzitutto, non pareva opportuno fosse adottato da un commissario; inoltre, non era specificato se, oltre al compostaggio, di per sé non nocivo, si sarebbe prodotto anche biogas; infine, la localizzazione, a ridosso della zona industriale, non ci era parsa per nulla opportuna;
Bruno: noi siamo prima di tutto per la salute dei cittadini e quindi per la tutela dell’ambiente. Francavilla ha già dato in termini d’inquinamento, basti ricordare: la discarica di Feudo Inferiore, che ancora disperde percolato nelle falde e costringe le aziende zootecniche a chiudere i battenti; le cave della Corte, dove il sospetto siano stati depositati decenni fa rifiuti tossici è fortissimo; le due altre discariche di via Brindisi e via Carosino, che rappresentano altre due bombe ecologiche. Inoltre, Salerno, che è grande tre volte Francavilla, ha un impianto di compostaggio capiente 12mila tonnellate, mentre quello previsto per Francavilla ne prevedeva 48mila: 2.800 camion al mese per portare nella nostra città i rifiuti di tutta la provincia. Da non trascurare, sempre in tema di salute, l’aumento vertiginoso, negli ultimi anni, dei casi di tumore all’interno della nostra comunità. Ecco perché quando sentiamo parlare di rifiuti, noi del Pd diciamo senza “se” e senza “ma”: «No, grazie: abbiamo già dato e stiamo ancora dando»;
Caniglia: 48mila tonnellate ci sono sembrate eccessive, a Brindisi ne arrivano solo 30mila. Inoltre, nella delibera c’era scritto “eventuale produzione di biogas”, che differenza del compostaggio è inquinante e potenzialmente nocivo per gli abitanti.
Iaia: io, nel corso dell’incontro col commissario, mi sono dichiarato favorevole all’impianto perché il compostaggio è fondamentale per la chiusura del ciclo dei rifiuti ed è alternativo a inceneritori e discariche. Non inquina e non mette a rischio la salute dei cittadini. Per questo avevo proposto che si andasse avanti almeno fino alla verifica della fase progettuale, per capire appieno di cosa si sarebbe trattato e, nel caso di sconvenienza, stoppare tutto dopo. Una struttura del genere avrebbe potuto portare benefici ecologici e in termini di lavoro.
Sgura: io non mi sono dichiarato contrario a priori, ma ho chiesto di attendere per capire di cosa si stesse parlando esattamente. Ricordo che nel corso di un Consiglio comunale, quando si parlava di compostaggio, preferii uscire dall’aula perché non avevo ben chiara la questione. Sono d’accordo: in termini ambientali e di salute – in aumento i casi di neoplasie a Francavilla – abbiamo già dato, ma oggi non sono nelle condizioni di dire se in futuro un impianto del genere si farà o meno. Non ho studiato la questione. Tuttavia, credo che questo non sia neppure un tema da campagna elettorale. C’è poi da capire chi davvero avrebbe gestito la struttura, dato che negli atti inizialmente approvati dal commissario questo non era affatto chiaro: sembrava di avere di fronte sorta di scatole cinesi.
Conclusioni
Un po’ piccata, ma sempre da gentiluomo – qual è riconosciuto unanimemente – la conclusione affidata, al pari dell’introduzione, al presidente del Consorzio Bianco, il quale ha preso la parola e, dopo aver ringraziato i candidati sindaco per essere stati presenti e aver affrontato i temi, si è detto un po’ insoddisfatto di alcune delle risposte ricevute, soprattutto per quanto concerne il compostaggio, cui gli imprenditori si oppongono, specie se dovesse un giorno sorgere a ridosso della zona Pip. «Avrei voluto darvi l’in bocca al lupo – ha detto un po’ amaro il presidente – ma mi limiterò a ringraziarvi per la presenza, a stringervi la mano e a rivolgervi un meno caloroso: auguri per le elezioni».