Questa volta, con addirittura il computer, e non la mano umana, a sorteggiare, sembrava proprio non dovessero scoppiare polemiche sui nomi degli scrutatori prescelti. Invece no. Dopo la scorsa degli elenchi, più di qualcuno tra si è accorto di come – al di là della scongiurata nomina da parte dei componenti la commissione consiliare – tra i prescelti figurino comunque persone parenti, amiche o notoriamente vicine al candidato Tizio o al candidato Caio.
Lo stesso dicasi per quanto concerne i presidenti dei 30 seggi nella Città degli Imperiali, che sono però stati designati dalla Corte d’appello. Assodata l’imparzialità del “cervellone” informatico, è stata quindi proposta un’altra soluzione, da più parti e soprattutto – come ormai di consueto – attraverso i social network, si è chiesto che gli interessati – dunque quelli “vicini a…” – facciano un passo indietro, rinunciando all’incarico. L’invito a sorta di autodenuncia, insomma, per garantire una maggiore correttezza alla competizione elettorale.
Legittime o meno queste osservazioni, osservata la situazione dall’esterno, ne sorge spontanea un’altra: forse i candidati sono talmente tanti – 330 soltanto per il Consiglio comunale più gli aspiranti sindaco – che è difficile, se non impossibile, che tra gli iscritti nell’elenco degli scrutatori e dunque tra i sorteggiati – anche in qualità di sostituti – non compaiano parenti, amici, supporter dei candidati Tizio, Caio o Sempronio.