La commozione, la gioia e anche l’orgoglio di riaverla qui, per dieci giorni, dopo mille anni. L’accoglienza per Lucia la martire, la santa, la protettrice di Erchie è stata di quelle che si ricordano. Le sacre spoglie sono arrivate in zona 167, il quartiere più povero del paese e non è stato un caso, noti la sensibilità di Lucia e l’impegno fattivo a favore dei meno abbienti.
La teca, proveniente da Venezia, da dove in rarissime occasioni si era mossa prima d’ora, è stata scortata da forze dell’ordine e protezione civile e, una volta arrivata in prossimità delle case popolari, gli applausi, la festa e le lacrime hanno preso il sopravvento.
Un’ora di sosta e di adorazione, poi la processione in direzione piazza, dove poi è stata celebrata una santa messa, alla presenza del vescovo della Diocesi di Oria, Vincenzo Pisanello, dei delegati del Patriarcato di Venezia e Siracusa (città natale della santa) e del clero ercolano. Soddisfazione da parte del sindaco Giuseppe Margheriti e dell’intera amministrazione per un evento senza precedenti: riportare a Erchie il corpo della protettrice è stata un’impresa da ricordare, che si colloca al di là delle colorazioni politiche.