Brindisi, rischiare a forte a mare: videoreportage dall’ex base della Marina tra pericoli d’amianto e crollo. Un posto dimenticato da Dio

Brindisi, rischiare a forte a mare
Reportage dall’ex base della Marina tra pericoli d’amianto e di crollo, tombini scoperchiati e documenti militari abbandonati. Un posto dimenticato da Dio

L’ex base della Marina Militare a forte a mare, sull’isola di Sant’Andrea a Brindisi, è tutta un pericolo. Risulta difficile perfino elencare sinteticamente le insidie in cui ci s’imbatte una volta all’interno del comprensorio, che di recente è passato, insieme con il castello alfonsino, dal Ministero della Difesa a quello delle Infrastrutture, sotto la tutela della Soprintendenza. L’occasione per eseguire il sopralluogo documentato nel video è stata offerta dall’iniziativa promossa, domenica mattina 23 marzo, da 21 associazioni e intitolata “Amare forte a mare”, per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sullo stato in cui versa uno dei monumenti simbolo di Brindisi.

In teoria, accedere all’ex quartier generale della Marina è vietato. In pratica, entrarci è fin troppo facile. Un gioco da ragazzi, dato che nella rete accanto alla cancellata e alla dicitura “ZONA MILITARE – DIVIETO D’ACCESSO – SORVEGLIANZA ARMATA” è stato praticato un varco a misura d’uomo adulto.
E,infatti, proprio sfruttando quell’ingresso molto invitante è stata tanta la gente che, come noi, ha deciso di dare un’occhiata e di curiosare tra edifici pericolanti e intrisi di amianto, tombini pericolosamente scoperchiati, documenti militari sparpagliati in terra e altro ancora…
Visibili nel documento video allegato, nel quale in tre minuti si è cercato di condensare anni e anni di abbandono, spreco, saccheggi e atti vandalici, molte sfaccettature di un posto sì storico, caratteristico e con un certo fascino, ma miseramente lasciato a un destino infausto.

Un posto dimenticato da Dio – si sono fregati persino l’icona sacra e il contenuto del tabernacolo all’interno dell’edicola votiva – ma evidentemente non dai predoni. Un posto che, se non recuperato e sfruttato, perlomeno andrebbe messo in sicurezza per evitare che qualcuno, nel frattempo, possa farsi davvero del male.
Stop alle parole, lasciamo che siano le immagini – decisamente più eloquenti – a parlare.

Eliseo Zanzarelli

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