C’è chi crede sia il nuovo padre Pio per via delle stimmate, dei segni sul corpo, della presunta capacità di guarire gli ammalati e persino dell’odore di violette che promana dalla sue ferite, ma quello che procura e polizia municipale contestano a fra’ Cataldo Elia da Francavilla Fontana non ha nulla a che vedere con l’ultraterreno: il santone, che non è né santo né prete – ma neanche diacono o presbitero – si sarebbe costruito una cappella abusiva in campagna, in contrada Palmo, dove avrebbe al massimo potuto edificare una casa colonica, per giunta dopo aver presentato un falso atto notorio – leggasi autocertificazione in presenza di due testimoni – a nome della madre.
Fra’ Elia, come si fa chiamare il francavillese nato il 20 febbraio 1962 nella Città degli Imperiali da genitori contadini, non è una persona qualunque: frate laico – non avendo mai pronunciato i voti – dal 2003 si è trasferito, dopo averlo comperato, nell’ex convento San Francesco di Calvi in provincia di Terni (Umbria) e a lui si sono interessate reti televisive e testate nazionali.
Il motivo è presto spiegato: da anni dice di avere contatti con padre Pio, con la Madonna e con il suo angelo custode Lechitiel, soprattutto, nel periodo di Pasqua rivive puntualmente la Passione di Gesù Cristo: stimmate gli compaiono sulle mani e sui piedi e prende a sanguinare – pare spontaneamente – anche dal costato e dal capo.
Strani fenomeni, questi, che in fra’ Elia sarebbero comparsi alla tenera età di sette anni, quando ancora viveva a Francavilla, e poi ancora in età adulta, anche dopo l’abbandono del convento dei frati cappuccini di Bergamo: svenimenti, estasi, apparizioni, odore di santità. I suoi seguaci prendono il numerino – come al supermercato – per assistere alle sue “performance”, per parlargli e chiedergli un’intercessione, se va bene un miracolo. Sono tanti gli ammalati che gli chiedono conforto, andando a trovarlo da tutt’Italia, e qualcuno racconta anche di essere stato guarito da quello che per alcuni è soltanto una sorta di santone, per altri un potenziale santo.
Intanto, a San Francesco di Calvi ha fondato la Onlus degli Apostoli di Dio e lì accoglie migliaia di fedeli, pur non essendo ufficialmente un religioso, pur non facendo parte della chiesa ufficiale, ricevendo in ogni caso generose offerte.
Negli anni, sono andati a trovare il frate-non-frate francavillese anche personaggi famosi come il capitano della Roma Calcio Francesco Totti e il Ct della Nazionale di Calcio Cesare Prandelli. Quest’ultimo gli ha persino chiesto aiuto quando la moglie Manuela, nel 2004, dopo sette anni di sofferenza, stava per arrendersi al cancro. Si ricorderà come l’allenatore, che nutre una profonda stima per fra’ Elia, proprio in quell’anno si ritirò temporaneamente dal calcio proprio per stare accanto alla moglie in fin di vita: tra le tappe del loro cammino disperato, per l’appunto anche l’ex convento francescano in Umbria. Ma, almeno quella volta, nessun miracolo: Manuela non ce la fece.
La chiesa e la scienza ancora s’interrogano su fra’ Elia con obiettivi in fondo coincidenti: la prima cerca di capire se si tratti di vera gloria, la seconda se si tratti di un ciarlatano.
Fatte le dovute presentazioni per chi ancora non lo conoscesse e tornando all’attualità, di certo c’è che adesso fra’ Elia si dovrà difendere al cospetto delle istituzioni terrene, prim’ancora che di quelle ultraterrene, di accuse infamanti quali falso ideologico e lottizzazione abusiva.
Secondo procura e polizia municipale, che l’hanno addirittura costretto a una trasferta fuori programma in terra natia per poter notificargli il provvedimento giudiziario e apporre i sigilli allla sua proprietà, avrebbe presentato in Comune un atto notorio falso a nome di sua madre, ottenendo poi il permesso di costruire per realizzare una cappella a fini religiosi o pseudo tali in contrada Palmo, lungo la direttrice Ostuni, laddove al massimo avrebbe potuto – qualora fosse stato un bracciante – edificare un fabbricato rurale.
Si trova in buona compagnia, fra’ Elia, tra le carte dell’inchiesta che, oltre a lui e a centinaia di cosiddetti comuni cittadini, annoverano tra gli indagati una pletora di big tra ex dirigenti, dipendenti comunali e politici. Insomma, non c’è proprio santo(ne) che tenga.
Eliseo Zanzarelli