La tagliola del tempo incombe. L’inchiesta penale della magistratura brindisina resa nota quest’oggi, che vede coinvolti fra dirigenti, tecnici comunali e semplici cittadini 200 indagati (per ora), rischia di essere del tutto vanificata dalla prescrizione dei reati contestati. O almeno così potrebbe essere da un punto di vista penale. Mentre infatti le sanzioni amministrative non conoscono scadenza di sorta, i reati, nello schizofrenico sistema della giustizia italiana creata negli anni dai politici italiani, sì.
Ogni reato, come lo yogurt, ha dietro di se una data ultima: da “consumarsi preferibilmente” entro 4, entro 5, entro 6 anni e così via. Se entro tale termine un processo non giunge a sentenza definitiva (in Cassazione, in caso di appello delle eventuali condanne di primo e secondo grado) allora il reato decade, come se non fosse mai stato commesso. Il tutto a beneficio del trasgressore di turno che la farebbe franca, lindo e pulito, seppur colpevole.
Nel caso in questione, quello delle villette abusive a Francavilla, i principali reati contestati sono falso ideologico e lottizzazione abusiva. Il primo si prescrive generalmente entro 6 anni, il secondo entro 4 anni. Qualcuno dirà: ok, i giudici avranno 4 e 6 anni di tempo per concludere l’eventuale processo. Ma non è così, perché il conto alla rovescia parte dal momento in cui il reato è stato commesso, e non dal momento in cui è stato scoperto o il processo avviato. Alcuni dei casi contestati nell’inchiesta in questione risalgono perfino al 2007: quindi 7 anni fa.
Sul punto però va fatta una precisazione. In materia di abusi edilizi e simili, la giurisprudenza prevede che il momento della consumazione del reato non vada individuata nell’istante in cui viene posata la prima pietra di un immobile abusivo: ma l’ultima. Per il conteggio della prescrizione bisogna quindi partire dal giorno in cui i lavori sono stati terminati.
Alcuni dei 380 immobili finiti sotto la lente della Procura sono stati ultimati solo di recente. Quindi la prescrizione dovrebbe scattare solo fra qualche anno (ma fra primo grado, Appello e Cassazione potrebbero passarne molti di più). Altre villette invece sono state terminate già nel 2008 e nel 2009. Ragion per cui, almeno per queste, la prescrizione dei reati potrebbe perfino essere già scattata, o comunque essere all’orizzonte. Una beffa quindi? Probabilmente, per alcuni casi, sì. Almeno da un punto di vista penale. Dalle eventuali sanzioni amministrative, almeno da quelle, non si scappa.
Emilio Mola