L’operazione “Villa Franca”, condotta dalla polizia municipale dietro delega del pubblico ministero Valeria Farina Valaori, è scattata questa mattina e un’ondata di notifiche e sequestri ha turbato l’alba di Francavilla Fontana. Sono 90 i sequestri in corso di esecuzione e 199 gli indagati per falso ideologico e lottizzazione abusiva: in estrema sintesi, villette in campagna – anche con piscina – anziché fabbricati rurali. Non ci sono stati arresti, ma alcune tra le posizioni degli indagati sono piuttosto delicate. Tra essi figurano ex dirigenti e attuali dipendenti comunali, oltre a una nutrita schiera di progettisti privati che a suo tempo – il fascicolo d’inchiesta fu aperto nel 2008 – ricoprivano cariche politiche. E così, tra le persone cui hanno fatto visita i vigili urbani – guidati da Luigi Salerno Mele, Luana Casalini e Lillino Roma – spiccano gli ex responsabili dell’Ufficio tecnico: Antonio Pontecorvo (oggi titolare di posizione organizzativa), Antonio Pescatore e Fulgenzio Clavica. Coinvolti poi i geometri, tutt’oggi nella pianta organica di palazzo di città, Pompeo Carriere e Fracesco Fedele. Nel novero dei tecnici privati, invece, emergono su tutte le figure di Antonio Martina (ex assessore comunale e poi provinciale), Antonio Ammaturo (ex assessore di Francavilla), Nicola Iaia (ex consigliere comunale), Cosimo Fanigliulo (ex consigliere comunale). Una menzione a parte merita poi Francesco Taurisano, che all’epoca dei fatti era comandante della polizia municipale e oggi ricopre l’incarico di vicesegretario generale dell’ente. Se già l’operazione odierna somiglia a una bomba, si sappia che costituisce un quarto rispetto alle proporzioni complessive dell’inchiesta, che riguarda altri 300 casi e quindi altrettante persone.
Stando alle risultanze investigative, a Francavilla vigeva una sorta di sistema grazie al quale, presentando atti notori (quindi autocertificazioni in presenza di due testimoni) falsi, sarebbe stato possibile edificare villette in campagna anziché i fabbricati rurali previsti dalla legge, di fatto modificando la destinazione urbanistica dei terreni. Le strade seguite erano due: o si dichiarava falsamente di possedere i requisiti necessari per l’edificazione di case coloniche o si sfruttava l’interposizione di soggetti – spesso parenti – che quei requisiti effettivamente possedevano. E proprio da un caso della prima specie – falsa dichiarazione sui propri requisiti soggettivi – è partita l’inchiesta nel 2008. La procura, con l’ausilio della polizia edilizia comunale, ha esaminato tutti permessi di costruire rilasciati in favore di braccianti e sedicenti braccianti agricoli nel 2007 e nel 2008. Esami che sono poi stati estesi agli anni dal 2006 al 2011, quando è emerso che nel frattempo alcune delle opere abusive, alcune delle quali realizzate in spregio finanche della normativa sui lotti minimi edificabili (a Francavilla 3.200 metri quadri) erano passate di proprietà.
Il risultato è quello di oggi: tantissimi i casi di abusivismo estesi per l’intera campagna francavillese, che sembrano destinati ancora ad aumentare nei prossimi mesi.
Eliseo Zanzarelli
Seguono altri particolari.