Debiti di gioco – e non solo – mai onorati, e finiscono all’asta per decisione del giudice tre appartamenti dell’ex deputato Udc, oggi sindaco di Carovigno, Mimmo Mele. Questi, nell’estate 2006, comperò fiche al casinò staccando assegni per circa 100mila euro, che però sul conto del politico non c’erano. È però solo una parte delle grane debitorie di Mele, che ammontano complessivamente a circa 400mila euro. Soldi che i creditori potranno recuperare, almeno in parte, dal ricavato dell’asta giudiziaria, fissata per maggio, relativa a una proprietà immobiliare a Ostuni e due altre a Carovigno.
Èil 31 agosto 2006 e l’attuale primo cittadino di Carovigno, ancora titolare di scranno alla Camera, decide di fare una puntata al casinò di Venezia: primo assegno di 60mila euro, ma la fortuna non gira; secondo assegno da 20mila, ma la fortuna continua a non arridere al parlamentare; terzo e ultimo assegno ancora da 20mila, per un totale di 100mila euro. Quel denaro Mele non lo recupererà più e il casinò non lo troverà per giunta sul suo conto corrente: gli assegni risultano scoperti. Dal casinò provano anche a risolvere la questione tra gentiluomini, senza quindi creare scandalo intorno all’onorevole, ma il debito continua a restare insoluto. Lo scandalo però scoppia lo stesso, sebbene per altri motivi, con l’intricata storia a base di sesso e coca presso l’hotel Flora a Roma che vede protagonisti Mele e Francesca Zenobi (recente la condanna della escort per tentata estorsione ai danni di Mele, imputato in un altro processo per cessione di stupefacenti).
Il casinò veneto pazienta fino al 2010, quando ottiene dal tribunale della Laguna un decreto ingiuntivo per 103mila euro. A stretto giro, un altro decreto ingiuntivo arriva come una tegola sul capo del politico: questa volta a concederlo alla società Primo Discount Spa è il tribunale di Modena sulla base di una fidejussione da 70mila euro non onorata. E ancora: il Banco di Napoli chiede il pignoramento della casa di Ostuni per le troppe rate del mutuo saltate. Pignoramenti anche da parte del casinò e della Primo Discount. Di qui, il giudice del tribunale di Brindisi Francesco Giliberti non ha potuto che disporre l’asta per le proprietà immobiliari dell’ex deputato: 160 metri quadri al primo piano in via dello Sport nella Città Bianca, dal valore di 348mila euro; due appartamenti attigui in contrada Carisciola, a Torre Santa Sabina, frazione balneare di Carovigno, che partono da 79mila e 138mila euro.